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* penelope e la sua storia*
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*penelope e il mare*
 

 

Eccomi ad Ancona in via Trieste come “apprendista” litografo.
Conosciuta la mia “ragazza”, tutte le sere, con l’autostop, arrivavo a Senigallia per vederla.
All’ andata non c’ era alcun problema. Al ritorno era una vera avventura…
Potrei raccontare di tutto e di più…
Una sera ebbi un passaggio da un…disgraziato, di cui…mi accorsi strada facendo che era ubriaco…
lascio immaginare…in quale situazione mi sono trovato…ma,
a quell’ ora di notte…prendere o lasciare. (Senigallia-Ancona 25 Km.)
Nel mio libro, che un giorno vorrà nascere, sarò molto più esauriente.
Ora preferisco solo raccontare di quando, per imparare l’ arte litografica,
dovetti recarmi a Milano, “da solo” e per dieci lunghi giorni.
Andavo a “scuola” alla Rotaprint in Via Paolo Sarpi e… dormivo a Sesto S.Giovanni.
Ogni mattina, molto presto, partivo dal dormitorio…passavo di fronte alla Breda…
per arrivare fino in Via Paolo Sarpi
…a piedi.
Dieci chilometri all’ andata ed altrettanti al ritorno……..!!!
Può sembrare una bugia ma, il mio medico Angelo Casagrande
nell'anno 1944-45i studiava a Roma e

…ci andava in bicicletta !!!
All’ epoca le strade erano “ bianche ”, si attraversava l’ Appennino centrale, i ponti erano tutti
interrotti dalla guerra, si guadavano i fiumi, si bucava anche parecchie volte, non esisteva il
cellulare, si incontrava di tutto, compresi gli alleati che trasportavano le truppe
per la famosa “linea gotica”…e la bici pesava 20 chili.
Da Senigallia a Roma c’ erano centinaia di chilometri.
Se tutto andava bene, ci arrivava in meno di 48 ore.



Era autunno inoltrato (1960). Come se non bastasse…è piovuto per tutto il tempo e… non vidi mai il sole.
Quelli della mia età, chi più, chi meno, tutti hanno vissuto come me.
I genitori dovrebbero raccontare più spesso queste cose ai propri figli o ai propri nipoti.
Non bisogna vergognarsi se a quei tempi non si mangiava tutti i giorni.
Alla fine…
la vita e i sacrifici…ci hanno dato ragione.
E’ triste vedere molti giovani d’ oggi che…si annoiano…perché hanno troppe cose.
Provate a chiedergli di stare un solo giorno senza mangiare,
magari con il riscaldamento spento,
senza la televisione, il cellulare, neanche un soldo in tasca…ed immaginare che
…domani…non sarà tanto diverso da oggi…e nemmeno dopodomani…
“Riaccendete la luce” all’ improvviso e ridategli una metà di ciò che gli avevate tolto…
Vedrete la gioia nei loro occhi e…la noia scomparirà all’ istante…
e mangeranno…. come lupi affamati.
Il tempo passa…(1962).
Comincia un’ altra grande avventura.
E’ arrivata l’ epoca della Naja…

Destinazione Palermo. ( 32 ore di treno…)
Mi si lasci dire una parola che…dice tutto:
Più sfigati di così…?
Fortuna che l’ Italia finisce in Sicilia…!!!
La Sicilia è un paradiso ma…non tornerei mai… vestito… da soldato…!!!
Caserma Scianna… 3500 reclute.

Marce dal mattino a sera in un immenso piazzale…
“a suon di musica”.
Una “banda” di poveri diavoli come noi,
immobili sotto il sole cocente,
ci dava “il tempo” per farci marciare tutti insieme.
Sempre “la stessa musica”
che…ancora sento…dentro le orecchie.



Eccomi qua con uno dei tanti amici
( Gianluigi di Genova Pegli)


Il problema non era marciare…tre, quattro, cinque ore…il vero problema erano le vesciche nei piedi…
Anfibi in cuoio nuovi di zecca, duri come il legno…
Alla fine i piedi diventavano più duri del cuoio...

Qui ho incontrato un vero
Amico : Armando di Macherio.
Ci incontriamo da 45 anni…


 

                 
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"Aggiornato il 5 maggio 2005...." - Tutti i diritti riservati