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C.P.S.= Camera di Punizione Semplice.
Andavi “dentro” per i giorni inflitti e…finiva lì.
C.P.R.= Camera di Punizione di Rigore.
Andavi “dentro” e…non finiva lì…
…alla fine della naja sommavano i giorni trascorsi in “cella”
e non potevi andare in congedo…se non prima di aver
di nuovo “scontato” tutti i giorni in cui…eri stato “cattivo”.
Una vera disgrazia per chi doveva “ancora”…restare in caserma,
inchiodato lì…mentre tutti gli altri amici di “sventura” ritornavano a casa…,
finalmente liberi…!!! Fra enormi abbracci…, baci…, lacrime…, addii…arrivederci.
La gioia all’ uscita della caserma arrivava al cielo…
e gli amici migliori…te li porterai dietro per tutta la vita.
Questo è il vero lato positivo della naja :
gli Amici che non potrai mai più dimenticare.
Potrei raccontare ancora, fino a domani. Preferisco voltare pagina.
Era il mese di marzo 1963 quando, dopo aver viaggiato tutta la notte in treno,
di ritorno da una brevissima inattesa licenza di due giorni a Senigallia.
Entrato dall’ ingresso principale della caserma, “salutato” la sentinella e
“l’ Ufficiale di picchetto”…
stavo nella mia intimità, maledicendo questo ritorno alla realtà della naja…,
quando… arrivato “in fureria” mi comunicarono che…ero stato…
trasferito da Bolzano all’ Istituto Geografico Militare di Firenze.
Non feci in tempo neanche a salutare tutti i miei compagni di sventura…
feci il mio “ sacco ”, regalai tutto ciò che mi sembrò superfluo…e
dopo un’ora ero già in stazione di Bolzano per tornare…verso casa…a Firenze.
Questo è stato sicuramente il giorno più bello della mia vita.
Ancora oggi ricordo la gioia di capire che la naja era…come fosse finita.
Ero a Firenze. Aggregato…( per poche ore) ai famosi “ Lupi di Toscana ” .
Mi sono poi ritrovato in una caserma che io consideravo
un Hotel con mille stelle.
Non solo si mangiava come al ristorante…ma non si faceva
servizio di guardia…e non c’erano “caporali…”.
C’ era un solo maresciallo calmo e buono come il pane…
Ed un Ufficiale che non vedevamo mai.
Eravamo soldati si, ma aggregati con “ Civili ” dell’Istituto Geografico,
quindi “ liberi ” anche se portavamo la divisa.
Non basta !!! Dove si trovava il mio Hotel con mille stelle ?
La cosiddetta caserma ?
Sul Lungarnooo !!!
A 400 metri dal Ponte Vecchio.
L’ Arno…scorreva sotto le nostre “camere” con tanto di giardino.

In Via Tripoli, di fianco alla biblioteca Comunale…a 500 metri dalla mitica
Piazza della Signoria…Vicino agli Uffizi…Vicino al Giardino di Boboli…!!!
Tutto ciò ha dato alla mia vita una svolta decisiva.
Per prima cosa ero diventato tranquillo…non ero più avvilito,
indurito e impaurito come a Bolzano,
dove, fra le altre cose, c’ era il famoso problema del terrorismo…
Noi soldati lassù eravamo sempre col fiato sospeso. Altro disagio…non da poco…!
Cara Firenze, sono felice di essere qui e “vicino” alla mia Ragazza!
Ora, tornare a casa non è più un sogno…(A Pasqua…ero in licenza “ premio”)
Una sola cosa mi rattristava…di tanto in tanto (mi capita anche ora mentre scrivo)
pensare ai miei Amici meno fortunati di me che avevo “lasciato”
a soffrire in quell’ inferno di caserma, lassù…a Bolzano.
Ho sempre sentito dentro di me come una colpa, come se li avessi “traditi”.


                 
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"Aggiornato il 5 maggio 2005...." - Tutti i diritti riservati